martedì 4 novembre 2008

Obama in Manassas, I was there

Questa sera sono andato a Manassas, Virginia, località nota per la battaglia che attribuì al generale sudista Jackson il nome di "Stonewall", e poco distante da Fairfax per vedere l'ultimo discorso di Obama prima del giorno delle elezioni. La folla festante sembra raggiungere le 100 mila persone.

Obama a Manassas

Più di qualsiasi articolo di fondo od analisi questo evento di massa mi ha fatto capire appieno l'importanza della candidatura di Obama, persona capace di appassionare, ascoltare e stimolare i sentimenti positivi di ognuno ed anche simbolo di riconciliazione per una nazione che ha vissuto molte lacerazioni sociali e crisi nella sua breve ma tumultuosa storia.

Obama a Manassas

Per quanto io non veda Obama come persona di colore ma come individuo che rappresenta la proposta di cambiamento, c'è poi la famiglia di colore che porta i bambini all'evento e li tiene sulle spalle per fargli vedere bene il Presidente Obama. Dopo la tanto sperata vittoria potranno dire con convinzione ai propri figli che anche loro, se si impegneranno, potranno aspirare a diventare Presidenti degli Stati Uniti. Nella Virginia capitale dei Confederati la promessa di Obama ha per la comunità di colore e delle altre minoranze un peso più grande di quello che avevo finora compreso.
Significa, forse, potere ricominciare liberandosi del peso dei pregiudizi che le generazioni precedenti hanno subito.

Obama a Manassas

Per il resto tutto bene, non ho cenato (veramente non ho nemmeno pranzato) e sono le 3:40. La giornata di door hanging (attaccare alle porte dei supporters dei promemoria del voto) dopo un primo quartiere residenziale diventa quasi un incubo quando mi trovo a vagare per ore nelle immense vastità delle proprietà multimilionarie di Fairfax. Da una casa alla immediatamente successiva sulla stessa strada si deve necessariamente usare la macchina ed a volte ci vogliono 10 minuti di cammino per raggiungere la porta ... ed erano 75 case così.

Comunque per Obama, questo ed altro.

Obama a Manassas

lunedì 3 novembre 2008

Giornata di vigilia

Domani si vota e le previsioni meteo sono meno buone dei giorni precedenti. Come uno degli organizzatori ha risposto ad un volontario che chiedeva se vinceremo: si, vinceremo se tutti i nostri vanno a votare.

I seggi per le votazioni aprono alle 06 e chiudono alle 19, se si è in fila da prima delle 19 si potrà sicuramente votare.
Le nostre attività di canvassing domani iniziano presto, molto presto.

Davide in Virginia

Canvassing ... in the lion's den

La giornata di oggi è stata produttiva, in coppia con una efficientissima signora che vive a Londra abbiamo visitato le liste di elettori presenti in 4 package. Per la mia parte, il sapere dove esattamente si trova Okinawa (ma qui nessuno sa la geografia) e potere pronunciare Hiroshima come solo Toshiro Mifune saprebbe fare (ironia implicita) ha forse aiutato a discutere sull' healthcare con una signora giapponese che viene proprio da Okinawa.

Davide in Virginia Davide in Virginia

Piccole ville, villette a schiera ed appartamenti. Tutto bene, gente molto entusiasta e fiduciosa nella vittoria di Obama.

Poi torniamo alla staging area e ci danno due pacchetti nella tana del leone: una zona di villone al cui confronto Wisteria Lane sembra un quartiere popolare. Un posto meraviglioso ma con un'atmosfera gelida ... molti più cartelli McCain rispetto a Obama.

Davide in Virginia

Al quartiere generale mi mandano come runner a ritirare i package in una villa in mezzo alla foresta ... poi è tempo di tornare in albergo.
Domani si girano aree più ampie per attaccare dei flyer alle maniglie delle porte, avete presente il cartellino che si può attaccare fuori la porta dell'albergo, ecco, quello.

Domani Barack Obama terrà l'ultimo discorso della campagna elettorale proprio a Manassas, a 15 minuti da qui. Conto di andarci, almeno ci proverò.

domenica 2 novembre 2008

A message from Obama ... not really him, but ...

Sono le 23:55, ho finito l'ultimo turno da 3 ore ed ho appena ricevuto questa mail dall'organizzazione:

Davide --

Thank you for being a part of our get out the vote operation -- the most important aspect of the campaign in these final days.

As a volunteer, you're a crucial part of our path to victory.

L'effetto di questo semplice messaggio? Ovvio, che domani mi impegnerò ancora di più.
Cavoli, adoro questo paese e questa politica.

Canvassing ... che esperienza meravigliosa

Il primo incarico della mia prima giornata di volontariato è stato di portare dei documenti ad una staging station, le basi avanzate che gestiscono l'organizzazione locale dei quartieri; tutto bene a parte l'avere investito un graziosissimo scoiattolo suicida. Un altro compito da driver e poi ho iniziato la bellissima esperienza del canvassing, il porta a porta elettorale.

Il canvassing funziona così: il quartiere generale (HQ) ti registra ed assegna un incarico presso una staging station, di solito in coppia con un altro volontario. Qui ti forniscono un fascicolo con mappa dettagliata di ogni porta a cui bussare e persone da contattare. 
Oggi ho coperto tutti e tre i turni della giornata, il primo con un esperto di canvassing per l'addestramento, un signore di mezza età che ha vissuto per la maggior parte della vita in giro per il Sud America. Il secondo turno con una ragazza californiana che studia a Washington DC. L'ultimo turno con un ragazzo dalle Virgin Island appena trasferitosi qui in Virginia. Tra queste ed i tre quartieri visitati credo di non avere mai incontrato persone ed esperienze così diverse quanto in questo lungo giorno.

A questo punto della campagna l'unico scopo delle visite è quello di convincere i "nostri" ad andare a votare martedì e cercare di approciare gli indecisi, sempre troppi. I team di Obama sono ovunque a battere tutto il territorio.

Domani Hillary Clinton viene in visita all'università di Fairfax (non so se andarci) e lunedì Obama sarà a Manassas a dimostrazione dell'importanza della Virginia.

Una costante di oggi è stato un discorso di questo tenore con ogni persona incontrata:
"Di dove sei?"
"Italia"
"Ahh, e dove vivi?"
"In Italia, sono italiano"
"Ah, quindi lavori qui da molto?"
"No, sono qui per le elezioni"
"In che senso, sei venuto qui dall'Italia per Obama?"
"Si"

L'ufficio del quartiere generale è in continuo fermento, un crocevia di team in arrivo ed in partenza. Ragazzi arrivano da ogni parte del paese. E questo solo uno degli uffici sparsi in tutta la Virginia.
Una organizzazione precisa che macina enormi moli di dati e pianifica operazioni come un esercito.

Si respira un generale entusiasmo senza pari. Se le elezioni andranno come tutti speriamo ed Obama diventerà il prossimo Presidente degli Stati Uniti, questa sarà una esperienza da raccontare a figli e nipoti.
Come dice Obama: "Only in America"

sabato 1 novembre 2008

Si inizia a fare sul serio

Sono arrivato a Fairfax, Virginia, e registrato come volontario al locale ufficio di Obama. Domani si inizia a fare sul serio.

La prima sensazione che si ha girando per i sobborghi è che la lotta sia più serrata di quanto i sondaggi mostrano se i cartelli/bandierine hanno qualche rilevanza. Dove c'è un cartello pro Obama, altri per McCain sembrano assediarlo. Quando lungo una stradina residenziale compare un cartello pro Obama sul giardino di una villetta, un cartello pro McCain lo affianca nella villetta vicina.
Da tempo la campagna di Obama ha chiarito che non intende impegnarsi nella distribuzione di materiale pubblicitario per invece concentrarsi su altre attività con maggiore visibilità.

Speriamo bene ...

giovedì 23 ottobre 2008

Domani si parte

Domani alle 7:10 inizia l'avvicinamento alla Virginia, una settimana di conferenza a Los Angeles e poi, bello riposato (ironia implicita), il 31 sarò a Fairfax, VA.

Nel frattempo, ecco un messaggio dell'attore Bradley Whitford, noto in Italia per il ruolo di Josh Lyman in "The West Wing".

lunedì 20 ottobre 2008

Colin Powell appoggia Barack Obama

L'ex segretario di Stato Colin Powell ha pubblicamente annunciato il suo "endorsement" per il candidato democratico Obama, scatenando forti reazioni e riflessioni all'interno del GOP, il Partito Repubblicano.

Il repubblicano Colin Powell servì come segretario di Stato durante il primo mandato G. W. Bush. Le tensioni con Bush sulla politica della "guerra preventiva" e la guerra in Iraq portarono alla sua sostituzione con Condoleeza Rice a cavallo tra i due mandati Bush Jr.

Powell ha riconosciuto di essere stato ingannato dall'amministrazione Bush e dai servizi di intelligence sulle armi di distruzione di massa mai trovate in Iraq che diventarono il "casus belli" di Bush per giustificare la guerra.
Rimane nota nella memoria collettiva la partecipazione di Powell ad una seduta dell'ONU in cui teatralmente mostrò una boccetta contente agenti chimici e batteriologici ritrovati in Iraq. Tutto falso ed architettato dalla cricca di Bush e Cheney con la prodiga attenzione dei media, anche in Italia.

Il soldato Powell capì forse anche da questa esperienza che la politica per alcuni ha vincoli morali ben più flessibili di quelli di un militare.
Io preferisco ricordarne il passato, in cui divenne il primo afro americano di origine giamaicana a raggiungere il grado di Capo di Stato Maggiore (Joint Chiefs of Staff), il più alto grado militare USA.

mercoledì 15 ottobre 2008

Final debate @ Hofstra University

Questa sera alle 21 della costa orientale, le 3 di notte in Italia, si svolgerà l'ultimo dibattito per le Elezioni Presidenziali 2008 presso la Hofstra University di Long Island, New York.

Un momento molto atteso: l'ultima occasione di McCain per recuperare un'immagine sbiadita ed indebolita (nelle proposte ma anche nel fisico) che lo distanzia da Obama. Per Obama è anche la grande occasione per chiudere la partita, per convincere la testa, il cuore e la pancia degli elettori indecisi, ancora molti.

Obama ha pareggiato o vinto di poco i precedenti dibattiti quando molti se non tutti si aspettavano una facile vittoria dell'esperto e navigato McCain. Eppure il giovane senatore dell'Illinois si è dimostrato pacato, affidabile come un Presidente, più interessato a parlare agli elettori piuttosto che rincorrere le accuse di McCain.

Il "destino beffardo" di Toby Ziegler (sul blog di Francesco Costa si trova il dialogo) può colpire in ogni occasione, rovesciare gloriose ascese e vittorie praticamente raggiunte. E questa è una grande occasione, prima delle Elezioni del 4 novembre.

venerdì 3 ottobre 2008

Volunteer for America

Sono riuscito a mettermi in contatto con il field organizer che mi era stato suggerito e finalmente posso confermare che dal prossimo 31 Ottobre fino all'Election day, il 4 Novembre 2008, sarò impegnato come volontario per la campagna presidenziale di Barack Obama nella città di Fairfax, in Virginia, a poca distanza da Washington DC.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Qui è dove si trova l'ufficio di Obama a Farifax. Speriamo di riuscire ad essere utili, in qualche modo.