venerdì 19 dicembre 2008

Aria di Natale, tempo di bilancio

Manca poco al Natale ed alla fine del 2008, un anno pieno di cambiamenti per gli States.

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La mia piccola storia inizia nel 2004 ascoltando e leggendo del grande discorso pronunciato da uno sconosciuto e giovane senatore dell'Illinois alla convention democratica.

Nel 2007 mi ricordo di avere letto il profilo di Obama su Wikipedia, una storia personale a dir poco interessante. Solo in America avrebbe potuto candidarsi, "Only inAmerica" infatti ...

Si avvicina la lunga stagione delle primarie, Hillary Clinton è la favorita dai pronostici ma come per qualsiasi altra cosa negli States, nulla è immobile e dato per scontato.
Barack Obama si rivela subito una novità genuina, rappresenta profondamente tutto quello per cui si ammirano e/o si amano gli Stati Uniti.

Ho un forte ricordo del giorno in cui ho pensato che gli Stati Uniti avrebbero potuto sorprendere tutti, ancora una volta.
Il 5 gennaio ero a Barcellona per una breve vacanza con mia moglie Silvia ed il 4 c'erano state le primarie in Iowa. Riusciamo a trovare Repubblica in edicola: Obama ha stravinto!
Forse si può sperare in un nuovo inizio.

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Le primarie vanno avanti esprimendo sempre di più una forte volontà di cambiamento. Sky TG 24 di Emilio Carelli è stata formidabile nel seguire questa stagione con la serie di trasmissioni di approfondimento "America 2008". A giugno finalmente Hillary Clinton si deve arrendere davanti ai numeri, Obama ha raggiunto il numero di delegati necessari per ottenere la nomination.

Quando so di potere partecipare ad una conferenza a Los Angeles mi rendo conto della coincidenza di date: la conferenza finisce il 30 Ottobre. Le elezioni presidenziali sono il 4 Novembre, mi prendo una settimana di vacanza? L'occasione è da non mancare ed inizio a interessarmi a come entrare a fare parte di questo unico momento storico.

In Agosto c'è la convention democratica di Denver e di notte seguo la diretta di CNN, una grande festa ed una forte dimostrazione di unità.
La vera sfida inizia con i dibattiti, tutti seguiti live alle 3 di notte, ne è valsa la pena e mi ha preparato a ciò che è venuto dopo.

La gente meravigliosa del gruppo di volontari democratici di Fairfax, la loro incredibile disponibilità, speranza e fiducia nella democrazia anche dopo 8 anni oscuri.
Il porta a porta o canvassing, visi di tutte le tonalità dal bianco al nero che aprono la porta di casa per sentire un italiano che gli chiede l'appoggio ad Obama.

Entrare in qualsiasi ristorante con la spilla di Obama e incrociare lo sguardo di gestori o camerieri immigrati di prima o seconda generazione consapevoli che, comunque vada, la prossima volta il candidato potrà provenire anche dalle loro comunità. E tornare in albergo e ricevere una mail di ringraziamento "da Obama" per il lavoro della giornata.

Chiudere la campagna aspettando Obama a Manassas ed ascoltare il suo ultimo discorso in mezzo a quasi 100mila persone. E qui forse mi sono reso conto che il cambiamento era ormai in moto e che nulla l'avrebbe potuto fermare.

Lo stranissimo giorno delle elezioni senza code ai seggi, a scovare gli ultimi ritardatari che non erano ancora andati a votare, senza trovarne (per fortuna). Concluso tenendo un cartello davanti ad un seggio elettorale, sperando per il meglio ma preparandosi per il peggio.

Ho avuto la fortuna di vivere in prima persona un cambiamento storico senza precedenti che ha imbrigliato le speranze mai sopite di un popolo di sognatori.

Ho fatto poco, nulla in confronto a chi ha dedicato alla causa mesi o anni impegnando maggiori capacità. Una breve ma intensa esperienza che ricorderò per sempre.

Ho partecipato al movimento che ha portato Barack Obama alla Casa Bianca.

Buon 2009 a tutti, sappiamo già che inizierà bene.